giovedì 23 luglio 2009

Ecco i Porcini

clip_image002

Boletus edulis (porcino)

È probabilmente questo il boleto più conosciuto, ricercatissimo in ogni parte d'Italia e da tutti apprezzato. In effetti questa specie viene probabilmente confusa da molti con altre specie dello stesso gruppo, e sono una minoranza i raccoglitori che distinguono con sicurezza le varie specie di porcino. La caratteristica più importante per il riconoscimento di Boletus edulis è probabilmente l'aspetto del cappello, con la tipica cuticola rugolosa e umida, non vellutata; anche la presenza di una sottile zona bianca nell'immediata vicinanza del bordo è un importante tratto diagnostico. L'habitat di questa specie è molto vario, ed è possibile reperirla sia nei boschi di latifoglia che di aghifoglia. Nelle nostre zone viene chiamato anche “vrnariscu” (fungo d’inverno) perché prolunga la sua presenza fino a novembre inoltrato. Cappello: fungo di gran mole con diametro del cappello normalmente fino a 25 cm, e altezza fino a 20 cm, tuttavia è reperibile anche emisferico, irregolare, poi si apre ma non molto, ha colore variabilissimo sempre più scuro al centro; va dai toni chiarissimi (bianco negli esemplari giovani), al caffelatte, al bruno-terra di siena; la superficie è un po’ viscida se il tempo è umido. Imenoforo: tubuli lunghi fino a tre cm prima bianchi, poi dal giallo pallido al verdognolo, infine verde scuro. Pori piccoli, dello stesso colore dei tubuli. Gambo: più o meno panciuto, più largo del cappello negli esemplari giovani, pieno e carnoso, crescendo si fa più allungato e attenuato verso l’alto, da bianco opaco a nocciola, più chiaro verso il piede, con reticolo evidente. A volte assume forme stranissime. Carne: soda e abbondante, più dura negli esemplari d’alta montagna, bianca immutabile, tranne presso la cuticola dove si colora di castano bruno. Habitat: è un fungo amante delle stagioni temperate, cresce in estate e fino ad autunno inoltrato. E’ un fungo che cresce molto interrato sotto diversi tipi di alberi, sia conifere che latifoglie Commestibilità: ottimo commestibile.

clip_image002[6]Come si pulisce: si gratta via con un coltellino il terriccio e si lava intero, mai tagliato, in acqua acidulata o sotto acqua corrente. Come si cucina: si presta a qualsiasi ricetta avendo sia un ottimo profumo persistente, sia una gran carnosità; in molte regioni è consumato impanato e fritto, ma il modo migliore per evidenziarne al massimo le qualità è trifolato e, nel caso di esemplari grossi, alla brace. E’ buono anche crudo, se si tratta di esemplari giovani e freschissimi, purchè tagliato finissimo e condito con olio, limone, sale, pepe e scaglie di parmigiano. Come si conserva: è uno dei pochi funghi che si possono conservare crudi per tre o quattro giorni (naturalmente se sono esemplari sani), purchè in locale fresco e non umido. Si adatta a quasi tutti i tipi di conservazione, una volta seccato aumenta ulteriormente il profumo ed è ingrediente ideale per i risotti.

-------------------------------------------------------------------------------------------

clip_image002[8]Boletus aereus (porcino nero)

Si tratta di una delle quattro specie di porcini, e tra queste è sicuramente la meno conosciuta dai raccoglitori del Nord Italia, vista la sua particolare ecologia. Il colore del cappello può raggiungere tonalità più scure che negli altri porcini, per arrivare a colorazioni praticamente nerastre; anche la consistenza della carne è probabilmente la più soda tra tutti i porcini. I singoli sporofori raggiungono non di rado, in Boletus aereus, 1-2 kg di peso, evento del tutto eccezionale per le altre specie diffuse nella nostra zona. Cappello: fungo di grande taglia, alto fino a 20 cm e con diametro del cappello fino a 25 cm; cappello normalmente molto scuro nelle varie tonalità del bruno, ma talvolta con macchie chiare, vellutato, di forma ondulata, mai viscido. Imenoforo: tubuli non molto lunghi, bianchi per parecchio tempo, poi gialli, in vecchiaia molto avanzata addirittura verdi. Pori dello stesso colore dei tubuli, pruinosi se osservati al microscopio.Gambo: più o meno panciuto, dapprima crema-ocraceo, poi via via più scuro, con reticolo largo da bianco a bruno seppia, per lo più limitato alla sola parte alta. Carne: candida, immutabile, molto soda, colorata di bruno solo a immediato contatto della cuticola. Habitat: cresce comunissimo sotto latifoglie (querce e castagni), è una specie tipicamente mediterranea che si va rarefacendo man mano che si sale a Nord Commestibilità: ottimo commestibile.

clip_image002[10]Come si pulisce: si gratta via con un coltellino il terriccio e si lava intero, mai tagliato, in acqua acidulata o sotto acqua corrente. Come si cucina: si presta a qualsiasi ricetta avendo sia un ottimo profumo persistente, sia una gran carnosità; in molte regioni è consumato impanato e fritto, ma il modo migliore per evidenziarne al massimo le qualità è trifolato e, nel caso di esemplari grossi, alla brace. E’ buono anche crudo, se si tratta di esemplari giovani e freschissimi, purchè tagliato finissimo e condito con olio, limone, sale, pepe e scaglie di parmigiano. Come si conserva: è uno dei pochi funghi che si possono conservare crudi per tre o quattro giorni (naturalmente se sono esemplari sani), purchè in locale fresco e non umido. Si adatta a quasi tutti i tipi di conservazione, una volta seccato aumenta ulteriormente il profumo ed è ingrediente ideale per i risotti.

-------------------------------------------------------------------------------------------

clip_image002[12]Boletus reticulatus (porcino)

Boletus aestivalis o reticulatus è una delle quattro specie di porcini comunemente raccolte nelle nostre zone; Boletus aestivalis predilige la stagione estiva ed i boschi caldi di latifoglia; viene spesso rinvenuto anche ai margini di questi, in luoghi piuttosto erbosi. La caratteristica che più aiuta a distinguerlo da Boletus edulis, suo parente prossimo, è il tipo di superficie del cappello: in B. edulis, infatti, la cuticola si presenta viscosa, bagnata, e caratteristicamente rugolosa, mentre in B. aestivalis il cappello non è rugoloso e la cuticola si presenta opaca, finemente vellutata; essa tende inoltre a screpolarsi facilmente per effetto del vento o della siccità. Tra le varie specie di porcini questa è comunemente ritenuta quella dalle migliori qualità; la sua carne è in effetti più profumata e soffice rispetto a quella delle specie simili.Cappello: diametro del cappello e altezza 18 cm, di grosso spessore e carnoso, all'inizio rotondeggiante, con il margine che aderisce al gambo, quindi emisferico, convesso, difficilmente del tutto disteso; cuticola asciutta, tipicamente opaca e finemente vellutata, spesso più o meno screpolata, di colore variabile dal nocciola chiaro fino al marrone scuro (spesso a inizio stagione brunastro sporco). Imenoforo: tubuli sottili bianchi o giallini o verdi con pori uguali ai tubuli piuttosto piccoli, nel fungo giovane distinguibili con una lente. Gambo: 8-15 x 3-5 cm, più o meno robusto, panciuto, talvolta anche cilindrico e abbastanza slanciato; superficie asciutta, biancastra o color nocciola, decorata da un reticolo su tutta la superficie. Carne: bianca, immutabile, soda ma non dura, diviene anche piuttosto soffice con l'età e viene spesso invasa dalle larve; odore gradevole, fungino, più pronunciato rispetto a quello delle specie affini; sapore gradevole. Habitat: cresce sotto latifoglie e conifere, è molto frequente ad inizio stagione (giugno) ma si prolunga anche fine ad estate inoltrata. E’ considerato uno dei funghi più comuni. Commestibilità: ottimo commestibile.

clip_image002[14]Come si pulisce: si gratta via con un coltellino il terriccio e si lava intero, mai tagliato, in acqua acidulata o sotto acqua corrente. Come si cucina: si presta a qualsiasi ricetta avendo sia un ottimo profumo persistente, sia una gran carnosità; in molte regioni è consumato impanato e fritto, ma il modo migliore per evidenziarne al massimo le qualità è trifolato e, nel caso di esemplari grossi, alla brace. E’ buono anche crudo, se si tratta di esemplari giovani e freschissimi, purchè tagliato finissimo e condito con olio, limone, sale, pepe e scaglie di parmigiano. Come si conserva: è uno dei pochi funghi che si possono conservare crudi per tre o quattro giorni (naturalmente se sono esemplari sani), purchè in locale fresco e non umido. Si adatta a quasi tutti i tipi di conservazione, una volta seccato aumenta ulteriormente il profumo ed è ingrediente ideale per i risotti.

-------------------------------------------------------------------------------------------

giovedì 4 giugno 2009

E’ TEMPO DI RUSSULE

I nostri boschi, a qualsivoglia altitudine in questo periodo cominciano a regalarci, cestini di   belle  e pregiate russule. E’ un fungo trascurato in quanto, la maggior parte dei nostri cercatori si dedicano da oggi in poi , alla ricerca del più famoso e conosciuto Boletus (porcino). Al contrario in altre zone d’Italia, questi funghi sono molto conosciuti ed apprezzati dai cercatori. Sia per il buon sapore di alcune specie che per la facilità di ritrovamento e determinazione. Non esistono RUSSULE  velenose mortali quanto piuttosto alcune varietà leggermente tossiche (riconoscibili per il colore rosso laccato ed il forte sapore piccante  o per il cattivo odore di varechina). Caratteristica del genere è il gambo non fibroso, che si spezza come un gesso, tipico soltanto delle RUSSULA e dei LACTARIUS. Gli esemplari di RUSSULA sono commestibili: se non sono stati attaccati dalle larve; se non hanno un forte odore di ipoclorito (gruppo dei LAUROCERASI); se non diventano nere al tocco (gruppo delle NIGRICANTINE); se non sono piccanti (EMETICHE). Una volta verificato quanto sopra è possibile procedere all’assaggio per sincerarsi che l’esemplare non sia a carne amara. Fungo terricolo senza volva od anello, con imenio a lamelle. Hanno struttura omogenea ed una caratteristica tipica della carne è costituita da ife rotonde, dette sferocisti, che comportano una scarsa resistenza alla rottura facilmente ottenibile in qualsiasi parte del carpoforo, come si trattasse di un pezzo di gesso. Gambo centrale, corto. Cappello da piano ad imbutiforme. Lamelle, da libere ad attenuato-decorrenti, solitamente uguali. Le principali caratteristiche di questo genere sono:     omogeneo, leucosporeo,  gambo non fibroso senza anello o volva (a struttura granulare), assenza di lattice. ATTENZIONE:Nella raccolta scegliere soltanto gli esemplari giovani e non attaccati dalle larve. Quelli troppo maturi risulteranno spesso pieni di piccoli vermi.

 clip_image002

RUSSULA AUREA(colombina dorata)

clip_image002[4]È questa una specie che grazie ai suoi bellissimi colori attira l'attenzione di ogni raccoglitore; è pure considerata da molti una fra le più pregiate russule. Tra centinaia di diverse specie di Russula non è sempre facile raccapezzarsi, e sono davvero poche le specie facilmente riconoscibili a colpo d'occhio anche dal principiante. R. aurea è sicuramente una tra queste, e quando presenta nel contempo il caratteristico vivace colore giallo arancio sul cappello e la colorazione citrina sul filo delle lamelle è davvero inconfondibile. Purtroppo anche questa specie, come molte altre, si presta agli scherzi della natura, e l'imbattersi in forme povere, se non del tutto prive, del pigmento giallo, può facilmente disorientare anche l'esperto: in questi casi la carne mite può comunque dare un'utile indicazione almeno in merito alla sua commestibilità.

E’ un fungo dai seguenti caratteri morfologici:Cappello: 5-10 cm, inizialmente rotondeggiante, presto convesso e infine spianato; cuticola asciutta, piuttosto opaca, di un vivo colore arancio alternato a tonalità gialle o rosse. Lamelle: fitte, fragili, fin dal principio tinte di giallo citrino sul filo, poi via via più gialle anche sulle facce. Gambo: 5-8 × 2-3 cm, cilindrico, con base arrotondata, bianco, quasi sempre sfumato almeno in parte di giallo limone. Carne: biancastra, gialla sotto la cuticola del cappello; sapore mite, odore non particolare. Habitat: crescente in estate, soprattutto in boschi caldi di latifoglie, occasionalmente anche sotto conifere.Commestibilità: ottimo. CLASSE:BASIDIOMICETA; ORDINE:AGARICALI; FAMIGLIA: AGARICACEE; GENERE: RUSSULA;  SPECIE: AUREA; NOME VOLGARE: COLOMBINA DORATA. Come si pulisce:generalmente le russale si assaggiano una per una per non incorrere nelle specie tossiche che sono molto piccanti; si scartano i gambi non pieni e sodi, ma farciti o spugnosi. Se la cuticola è separabile la si scarta solo se vi sono appiccicati dei detriti. Poi le russule vanno tutte lavate: solo in immersione le specie piccole e fragili mentre quelle sode si lavano prima in immersione , poi sotto acqua corrente. Come si cucina: in tutti i modi, ma è preferibile alla brace, cuoce molto in fretta. Come si conserva: in tutti i modi, sono eccellenti sott’olio gli esemplari piccoli e sodi. Quando sono essiccate le russule vanno mescolate ad altri funghi. 

 

 clip_image002[7]

RUSSULA CIANOXANTA (colombina maggiore)

clip_image002[9]

Fungo molto ricercato e di facile determinazione per le caratteristiche morfologiche generali: gambo bianco, cappello da color viola/lilla a verde/nerastro, lamelle bianche e consistenti. Facilmente attaccato dalle larve si consiglia (come del testo per tutti i funghi) di raccogliere e consumare solo gli esemplari giovani e sodi. Russula cyanoxantha è fra le migliori russule commestibili ed è una delle più comune specie del genere, in quanto cresce abbondante per un lungo periodo dell'anno in ogni tipo di bosco; è un fungo ricercato e apprezzato da molti raccoglitori. Caratteristiche tipiche per il riconoscimento della specie sono la "lardosità" e “la cedevolezza” delle lamelle, infatti passando un polpastrello su di esse si ha la netta sensazione di toccare un pezzo di grasso, inoltre, a differenza di altre russule, è possibile compiere questo gesto senza spezzare le lamelle stesse. E’ utile ricordare che togliendo la pellicola del cappello, qualsivoglia colore abbia, la carne sottostante risulta essere sempre pigmentata di colore ciclamino. Questi elementi danno un utile espediente per la conferma della specie però non bisogna dimenticare di caratteristiche altrettanto se non più importanti, come il sapore mite della carne e il colore bianco delle lamelle fino a maturità. E’ un fungo dai seguenti caratteri morfologici:Cappello: alto fino a 12 cm e con diametro che può raggiungere anche i 20cm, da convesso o spianato a concavo, orlo ondulato con fibrille radiali; cuticola parzialmente separabile, umida di colore grigio amaranto o viola nero o verde nerastro, spesso maculato con sfumature varie. Lamelle: fitte, e spesse, forcate,che non si rompono alla pressione perché cedevoli e di consistenza lardacea; bianche con a volte riflessi violacei. Gambo: 4-10 × 1,5-5 cm, cilindrico, talvolta panciuto, pieno e sodo, di colore bianco a volte tinto di viola e spesso con macchie brunastre o verdastre. Carne: biancastra, soda, spugnosa nel gambo degli esemplari vecchi, con pigmentazione  di color ciclamino sotto la cuticola del cappello, odore nullo e sapore vagamente di nocciola. Habitat: cresce in quasi tutti i tipi di bosco e a diverse altitudini da giugno a ottobre. Commestibilità: ottimo. CLASSE:BASIDIOMICETA; ORDINE:AGARICALI; FAMIGLIA: AGARICACEE; GENERE: RUSSULA;  SPECIE: cyanoxantha; NOME VOLGARE: COLOMBINA MAGGIORE. Come si pulisce: generalmente le russale si assaggiano una per una per non incorrere nelle specie tossiche che sono molto piccanti; si scartano i gambi non pieni e sodi, ma farciti o spugnosi. Se la cuticola è separabile la si scarta solo se vi sono appiccicati dei detriti. Poi le russule vanno tutte lavate: solo in immersione le specie piccole e fragili mentre quelle sode si lavano prima in immersione , poi sotto acqua corrente. Come si cucina: in tutti i modi, anche crudo. Come si conserva: in tutti i modi, sono eccellenti sott’olio gli esemplari piccoli e sodi. Quando sono essiccate le russule vanno mescolate ad altri funghi.

venerdì 22 maggio 2009

MORCHELLA CONICA (spugnole)

clip_image002 

Il genere Morchella comprende tutti quei funghi, conosciuti con il nome popolare di spugnole, provvisti di un gambo e di un cappello di forma particolare (denominato mitra), simile al favo di un alveare. Questo genere di ascomiceti è stato variamente interpretato dai diversi autori, alcuni dei quali sono arrivati a distinguere all'interno di esso anche 40 specie; all'estremo opposto alcuni riconoscono solo 2 o 3 specie, riconducendo tutti gli altri aspetti a semplici varietà o forme delle stesse. E’ un fungo dai seguenti caratteri morfologici:  Cappello: 5-15 × 4-10 cm, con mitra allungata terminante più o meno a punta, con costolature verticali  normalmente quasi parallele, poco ondulate, spesse, riunite da costolature orizzontali evidenti, che formano alveoli piuttosto profondi, colore bruno nerastro. Gambo: bianco o giallino, cilindrico, cavo, spesso picchettato di bruno. Carne: biancastra, un po’ cartilaginosa; leggero odore particolare. Habitat: fungo prettamente primaverile, crescente soprattutto in aprile e maggio in luoghi umidi, spesso vicino ai corsi d'acqua, in particolare sotto frassino. Commestibilità: ottimo commestibile da cotto, velenoso da crudo. Classe ASCOMICETA Ordine    AGARICALI Famiglia MORCHELLACEE Genere MORCHELLA Specie CONICA Nome volgare SPUGNOLE

clip_image004 

Come si pulisce: tutte le spugnole vanno lavate molto bene, prima in immersione e poi sotto acqua corrente per espellere dagli alveoli eventuali ospiti sgraditi come lumachine,insetti, sabbia,  e detriti vari; si scartino gli esemplari troppo vecchi, in cui l’odore tipico delle morchelle si è accentuato diventando sgradevole, perché oltre che cattivi sarebbero indigesti.  Come si cucina: le spugnole sono tra i funghi più ricercati ed apprezzati, e purchè ben cotti, si possono preparare in tutte le maniere. I miglioro risultati tuttavia si ottengono nei minestroni e nelle frittelle. Come si conserva: le spugnole essiccate sono eccellenti.

clip_image002[1]

Morchella esculenta è forse la specie più diffusa, ed è caratterizzata dalla mitra di forma irregolare, dai colori giallo-brunastri. Alcune fra le più note varietà di M. esculenta sono: var. vulgaris, di colore più grigiastro, priva di toni gialli; var. rotunda, di color giallo miele e con una mitra più rotondeggiante; var. umbrina, di colore bruno-grigio più cupo. Fungo alto fino a venti cm e con mitra larga fino ad una decina di cm; mitra molto larga e globosa formata da alveoli disordinati e irregolari, sia angolosi, sia tondeggianti. E’ un fungo dai seguenti caratteri morfologici: Cappello: piuttosto elastica e tenace, con odore spermatico. Gambo: ben distinto dal cappello, bianco o biancastro, cilindrico o clavato, cavo, con superficie leggermente granulosa.  Carne: piuttosto elastica e tenace, con odore spermatico. Habitat: fungo prettamente primaverile, crescente soprattutto in aprile e maggio in luoghi umidi, spesso vicino ai corsi d'acqua, in particolare sotto frassino, olmi, pioppi oppure nei vigneti e nei frutteti.  Commestibilità: ottimo commestibile da cotto, velenoso da crudo. Classe ASCOMICETA Ordine AGARICALI Famiglia                    MORCHELLACEE  Genere    MORCHELLA   Specie     ESCULENTA Nome volgare    SPUGNOLE  Come si pulisce: tutte le spugnole vanno lavate molto bene, prima in immersione e poi sotto acqua corrente per espellere dagli alveoli eventuali ospiti sgraditi come lumachine,insetti, sabbia, e detriti vari; si scartino gli esemplari troppo vecchi, in cui l’odore tipico delle morchelle si è accentuato diventando sgradevole, perché oltre che cattivi sarebbero indigesti. Come si cucina: le spugnole sono tra i funghi più ricercati ed apprezzati, e purchè ben cotti, si possono preparare in tutte le maniere. I miglioro risultati tuttavia si ottengono nei minestroni e nelle frittelle. Come si conserva: le spugnole essiccate sono eccellenti.

martedì 5 maggio 2009

SCHEDA PER IL CORRETTO RICONOSCIMENTO DI UN FUNGO

 

 

Data: Luogo:
Scheda N. Denominazione
CAPPELLO GAMBO
Forma: Struttura:
   
Colore: Forma:
   
Ornamentazione: Bulbo:
   
Orlo: Superficie:
   
Superficie: Ornamentazione:
   
Dimensione: VELI
  Volva:
IMENOFORO  
Struttura: Cortine:
   
Colore: Anelli:
   
Spore: CARNE
  Consistenza:
Caratteri:  
  Colore:
Profilo:  
   
Orlo: Odore:
   
COMMESTIBILITA’ HABITAT
   
 
   
   
   

TRICOLOMA GEORGI O CALOCYBE GAMBOSA (Virno)

clip_image002 

La primavera è la stagione del Tricoloma Georgii o Calocibe Gambosa. Sembra, però, che questa primavera molto piovosa e fredda abbia creato qualche problema al tanto ricercato fungo in quanto il suo apparire tarda ad arrivare o comunque non è così generoso come negli anni passati. Bisognerà attendere ancora qualche giorno e soprattutto che le temperature aumentino soprattutto di notte. Questo fungo è molto più conosciuto come Tricholoma georgii o semplicemente fungo di San Giorgio; tale nome è legato alle sue prime apparizioni coincidenti con la ricorrenza cristiana, che cade il 23 aprile. Lo spostamento di genere è dovuto essenzialmente a delle caratteristiche chimiche dell'imenoforo, quali la cianofilia delle spore e la siderofilia dei basidi, non presenti in Tricholoma. E' un ottimo fungo commestibile, che presenta molto spesso la caratteristica crescita a circoli. Sempre costante ed utile al suo riconoscimento è anche il caratteristico odore di farina fresca; si ricorda comunque che un solo carattere non è mai sufficiente per determinare con sicurezza un fungo.

clip_image004

Attenzione a non raccogliere i piccoli esemplari in quanto la normativa attuale ne vieta la raccolta sotto i 2 cm di diametro (i funghi troppo piccoli non sono maturi e quindi non rilasciano le spore essenziali per la riproduzione dei funghi). Si ricorda che è possibile raccogliere solo un chilogrammo di questo prelibato fungo, se si va oltre s’incorre in spiacevoli multe.

E’ un fungo dai seguenti caratteri morfologici:

Cappello: fino a 10 - 12 cm, carnoso, da emisferico-convesso a pianeggiante; spesso ondulato al bordo, cuticola opaca di colore bianco-crema, macchiata a volte di ocraceo od interamente giallo-bruno. Margine involuto ed ondulato specie negli esemplari giovani Lamelle: fitte, situate, smarginate, bianche poi crema pallide con filo irregolare. Gambo: 6 - 8 x 2 cm, tozzo, da cilindrico a subclavato; colore biancastro-crema, pruinoso in alto.  Carne: compatta, bianca. Odore forte d farina fresca. La prova di assaggio rivela un retrogusto di cetriolo. Habitat: gregario nelle radure o al margine dei boschi e anche tra i rovi e i cespugli di piante spinose, spesso in cerchi o a linee irregolari a zig-zag, prevalentemente in primavera.  Commestibilità: Buon commestibile.

Classe BASIDIOMICETA Ordine AGARICALI Famiglia AGARICACEAE Genere   TRICHOLOMA  Specie  GEORGII (oggi Calocybe gambosa)Nome volgare MAGGIOLINO – SPINAROLO- VIRNO

sabato 18 aprile 2009

LEGGE REGIONALE N. 8 DEL 24 LUGLIO 2007

 20091905100237

“DISCIPLINA DELLA RACCOLTA E COMMERCIALIZZZIONE DEI FUNGHI FRESCHI E CONSERVATI”

AUTORIZZAZIONE L’autorizzazione alla raccolta dei funghi epigei spontanei commestibili è documentata dal possesso, da parte dei cercatori, del tesserino conseguibile a seguito di superamento del colloquio abilitativo e del versamento del contributo di € 30,00.L’autorizzazione alla raccolta dei funghi ha validità quinquennale.

IL COLLOQUIO Il colloquio abilitativo è svolto presso l’ente di competenza territoriale in cui ricade il comune di residenza dell’interessato a seguito di  presentazione di domanda in carta semplice, con l’indicazione delle proprie generalità.

DOVE?  Il permesso ha validità nel territorio regionale, fatte salve le aree a protezione integrale.

MODALITÀ DI RACCOLTA  La raccolta dei funghi epigei commestibili è consentita sul territorio regionale, tutti i giorni della settimana, da un’ora prima della levata del sole ad un’ora dopo il tramonto. I funghi raccolti sono riposti in contenitori rigidi ed aerati o comunque idonei a consentire la diffusione delle spore. La raccolta dei funghi deve avvenire in modo che gli esemplari di sporofori restino interi e completi di tutte le parti necessarie alla determinazione della specie,

QUANTITATIVI  DI RACCOLTA Il limite di peso di cui viene consentita la raccolta è di 3 chili per i funghi epigei, di cui  non più di chilogrammi uno della specie Amanita cesarea (Ovolo Buono) e Calocybe Gambosa (Prugnolo). È fatta poi eccezione ovviamente, nel caso che si tratti di unico esemplare o di un unico cespo di funghi concresciuti che ecceda tale peso (Pleurotus ostreatus, Armillaria mellea, etc.).

FONDI PUBBLICI E PRIVATI I proprietari o i conduttori di fondi pubblici e privati possono interdire la raccolta dei funghi mediante opportuna delimitazione ed apposite tabelle recanti l’esplicito divieto. Le tabelle, esenti da tassa, sono collocate ad almeno 1,80 metri da terra e poste ad una distanza non superiore ai 150 metri e visibili contiguamente.

AUTORIZZAZIONI SPECIALI .Gli enti competenti rilasciano nelle sole aree classificate montane speciali autorizzazioni, a scopo di lavoro, a raccoglitori professionali che, con idonea attestazione del sindaco del comune di residenza, ai sensi della legge n. 352/93, comprovano la necessità di integrazione del reddito.

DIVIETI Nelle aree segnalate con apposita tabellazione è assolutamente vietata la raccolta dei funghi. E’ vietata la raccolta dei funghi nei campi coltivati e nei castagneti da frutto nei periodi in cui è in atto la raccolta delle castagne, ad esclusione dei titolari di diritti personali o reali di godimento sui fondi medesimi. È vietato raccogliere gli sporofori commestibili immaturi, ovvero che non presentino le caratteristiche morfologiche tali da consentirne la naturale liberazione delle spore (sporulazione) e/o la loro sicura determinazione. E’ vietata, per motivi di ordine medico e sanitario, la raccolta di funghi epigei spontanei commestibili della specie Amanita caesarea allo stato di ovolo chiuso, ossia con velo universale privo di lacerazione naturale e spontanea. Per ragioni di carattere ecologico e sanitario è vietato raccogliere gli sporofori di:

a) Boletus edulis (Porcino) e relativo gruppo (Boletus aereus, Boletus reticulatus,  Boletus  vinicola)         con

diametro del cappello inferiore a cm 3;

b) Tricholoma georgii = Calocybe gambosa (Prugnolo), Pleurotus eryngii e Cantharellus cibarius (Gallinaccio) con diametro del cappello inferiore a cm 2.

SANZIONI AMMINISTRATIVE

Per le violazioni alle disposizioni della legge si evidenziano di seguito le più importanti sanzioni amministrative:

a) da euro 50,00 ad euro 300,00 per:

1) chi esercita la raccolta di funghi senza l’autorizzazione;

2) chi esercita la raccolta di funghi epigei spontanei commestibili senza aver provveduto al pagamento del contributo annuale;

b) da euro 25,00 ad euro 150,00 per:

ogni chilogrammo di funghi, o frazione di esso, raccolti in eccedenza o in difformità al quantitativo previsto dalla legge;

c) da euro 25,00 ad euro 150,00 per:

1) chi raccoglie esemplari di amanita cesarea allo stato di ovolo chiuso;

2) chi raccoglie esemplari di boletus con diametro del cappello inferiore a 3 cm; di Tricoloma Georgi, Pleurotus Eryngii e Cantharellus Cibarius con diametro del cappello inferiore a 2 cm;

3) chi fa uso di rastrelli, uncini o altri mezzi che possono danneggiare il micelio fungino;

4) chi raccoglie funghi epigei commestibili dei quali non sono conservate le caratteristiche morfologiche che consentono la sicura determinazione della specie;

5) chi raccoglie funghi non commestibili senza la necessaria autorizzazione;

6) chi raccoglie funghi commestibili senza riporli in contenitori rigidi ed aerati o comunque idonei a consentire la diffusione delle spore;

7) chi raccoglie funghi da un’ora dopo il tramonto ad un’ora prima della levata del sole;

8) chi raccoglie funghi commestibili nelle aree debitamente tabellate;

9) chi raccoglie funghi commestibili su fondi pubblici o privati opportunamente delimitati da tabelle recanti espliciti divieti raccolta;

10) chi raccoglie funghi commestibili nei periodi in cui è in atto la raccolta delle castagne.

giovedì 2 aprile 2009

Presentazione

conclusioni

L’associazione “icoraggiosi”, sensibile alle problematiche inerenti l’ambiente in cui viviamo e protesa ad un miglioramento della qualità della vita della propria Comunità, congiuntamente ad un “Gruppo di lavoro” costituito da figure professionali specialistiche, mette a disposizione, all’interno del proprio sito, uno spazio di conoscenza e di approfondimento per i tanti appassionati della natura ed in particolare per gli amanti della micologia. Il sito ha come argomento la disciplina dell’ambiente, in particolare i funghi e il valore alimentare degli stessi a testimonianza dei grandi valori naturali ed ambientali che contraddistinguono il nostro territorio e l’attività programmatica  di questa associazione, orientata in un’ottica di sviluppo ecosostenibile. Lo scopo primario è quello di proporre uno spazio, a larga diffusione e accessibile a tutti, a carattere divulgativo dove ognuno possa portare la propria esperienza e che abbia altresì un valore educativo e preventivo, volto quindi non solo alla conoscenza ed al rispetto della natura delle nostre realtà territoriali, ma anche finalizzato alla crescita individuale e responsabile delle future generazioni.

Il luogo multimediale proporrà periodicamente schede specialistico-scientifiche e di ordine illustrativo-fotografico con lo scopo di fornire un approfondimento della complessa materia inerente la micologia ed di scongiurare il consumo di eventuali specie di funghi velenosi. Inoltre lo spazio dedicato alla micologia sarà aperto alle testimonianze di ordine scientifico o fotografico di chiunque voglia dare il proprio contributo.

sabato 28 marzo 2009

Il risveglio del dormiente

Con l’approssimarsi della primavera inizia per i tanti appassionati di micologia la stagione dei funghi. In questi giorni è già possibile recarsi in montagna alla ricerca del famigerato “Dormiente” (Hygrophorus Marzuolus), fungo molto ricercato come primizia per il suo apparire in primavera e per la sua ottima commestibiltà. Nelle nostre zone, purtroppo, è poco conosciuto dai cercatori di funghi. L’Hygrophorus marzuolus è senza dubbio, insieme alle spugnole (genere Morchella), uno dei funghi primaverili più noti e ricercati: il suo nome specifico fa riferimento proprio al mese in cui spesso fa la sua comparsa, insieme a pochissimi altri funghi. Chi si avventura alla ricerca di questo igroforo non conoscendone le abitudini rischia di vagare per i boschi con poche soddisfazioni, considerato il suo particolare modo di crescita. Il dormiente infatti solleva spesso quasi impercettibilmente il terreno, per emergere solo con una parte del cappello, tra l'altro con colorazioni assai mimetiche. È dunque molto difficile avvistare nel bosco gli esemplari profondamente infossati nel terreno. Le possibilità di confusione sono abbastanza remote, e riguardano più che altro specie simili del genere Hygrophorus, tuttavia a crescita autunnale.

Si nasconde sotto il muschio e sotto i detriti del bosco ancora quando la neve non è del tutto sparita. E’ un fungo robusto dai seguenti caratteri morfologici: Cappello: 6-10 (-15) cm, da convesso, con margine involuto, a più o meno disteso, molto carnoso e spesso di forma irregolare e tormentata, a causa della crescita infossata nel terreno; cuticola liscia, anche untuosa a tempo umido o nei primi stadi di sviluppo, di colore grigio piombo, grigio nerastro, frequentemente con delle zone decolorate biancastre più o meno estese. Lamelle: rade, decorrenti, di consistenza ceracea, grassa; colore da biancastro a grigio chiaro. Gambo: 5-8 × 2-4 cm, tozzo e robusto più o meno ricurvo o irregolare nella forma; superficie bianca o grigiastra. Carne: bianca, soda, di sapore mite, con odore non particolare, talvolta sgradevole negli esemplari maturi. Habitat: specie tipicamente primaverile (da marzo ad aprile, talvolta fino a maggio), che cresce in colonie anche di parecchi esemplari, spesso appena emergenti dal terreno (crescita semi-ipogea), sia in boschi di latifoglia che di aghifoglia. Non comune. Commestibilità: ottimo commestibile. 

giovedì 26 marzo 2009

Proroga per la vidimazione del tesserino

La Regione Campania ha prorogato al 31 maggio i termini per il pagamento del contributo annuale per la raccolta dei funghi. Si ricorda che dopo aver effettuato il versamento, il tesserino va vidimato (per la nostra zona) presso la comunità montana del titerno.

Di seguito si riporta la delibera di proroga. 

DELIBERAZIONE N. 338 DEL 6 MARZO 2009  AREA GENERALE DI COORDINAMENTO SVILUPPO ATTIVITA' SETTORE PRIMARIO

L.R. n.8 del 24 luglio 2007 (Disciplina regionale funghi)

PROROGA termine per la vidimazione annuale del tesserino di autorizzazione alla raccolta e del versamento del contributo annuale. 

PREMESSO che:

− il Consiglio Regionale della Campania nella seduta del 24 luglio 2007 ha approvato la Legge Regionale N. 8 “Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati”;

− la Giunta regionale con Deliberazione n. 179 del 28.01.2008, con allegati, ha approvato gli indirizzi generali, le linee guida e l’atto d’indirizzo della L.R. n. 8/2007; 

CONSIDERATO che:

− ai sensi dell’art. 3, comma 2, della L.R. n. 8/2007, le funzioni amministrative, in materia dei funghi epigei spontanei commestibili, attribuite alle Province ed alle Comunità Montane, sono svolte nell’ambito di indirizzi generali e di coordinamento adottati dalla Giunta regionale;

− all’allegato C) (Linee guida per l’autorizzazione e le modalità di raccolta) alla predetta Deliberazione n. 179 del 28.01.2008, paragrafo 1. (Autorizzazione alla raccolta) viene indicata la data del 31 gennaio quale termine entro il quale effettuare la vidimazione annuale del tesserino di autorizzazione alla raccolta e versare il contributo annuale a favore dell’Ente specificando, altresì, che “la mancata vidimazione annuale del tesserino determina la cessazione della validità del tesserino stesso, con conseguente inidoneità del titolare alla raccolta dei funghi”;

− nelle comunicazioni degli Enti competenti al Settore Foreste, Caccia e Pesca emerge che a causa di ritardi nella tempestiva e corretta informazione agli utenti circa la scadenza del termine entro il quale effettuare la vidimazione annuale del tesserino di autorizzazione alla raccolta e del versamento del contributo annuale sono stati provocati disagi ed incertezze agli utenti;

− pervengono al Settore Foreste, Caccia e Pesca sollecitazioni ed appelli da parte degli utenti e degli stessi Enti per disporre, a livello regionale, una risoluzione, seppur temporanea, in deroga alle disposizioni delle suddette Linee guida; 

RITENUTO poter procedere:

− alla proroga, in via eccezionale e solo per l’anno 2009, del termine entro il quale effettuare la vidimazione annuale del tesserino di autorizzazione alla raccolta e del versamento del contributo annuale a favore dell’Ente, disponendo quale termine ultimo la data del 31 maggio 2009 per limitare il disagio arrecato agli utenti; 

VISTO

− la legge n. 352 del 23 agosto 1993;

− il DPR 14 luglio 1995, n. 376;

− l’Ordinanza 20 agosto 2002 del Ministero della Salute;

− la Legge Regionale n. 8 del 24 luglio 2007; 

PROPONE e la Giunta, in conformità, a voto unanime 

DELIBERA 

per quanto esposto in premessa, che si intende integralmente riportato nel presente dispositivo di:

Prorogare, in via eccezionale e solo per l’anno 2009, il termine ultimo per la vidimazione annuale del tesserino di autorizzazione alla raccolta dei funghi e del versamento del contributo annuale a favore dell’Ente, alla data del 31 maggio 2009;

incaricare il Dirigente del Settore Foreste, Caccia e Pesca di dare immediata comunicazione alle istituzioni interessate;

inviare copia della presente deliberazione, per quanto di rispettiva competenza, a:  Coordinatore Area Sviluppo Attività Settore Primario;

 

 

BOLLETTINO UFFICIALE della REGIONE CAMPANIA n. 20 del 23 marzo 2009 PARTE I Atti della Regione